Michelangelo Pietà Bandini – Pietà fiorentina

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La pietà bandini di Michelangelo (Pietà fiorentina) rappresenta la Vergine Maria che sorregge il corpo senza vita di Gesù dopo la crocifissione. La scena è piena di pathos e dramma, resa ancora più intensa dalla straordinaria maestria di Michelangelo nello scolpire il marmo.

Ogni dettaglio della scultura è trattato con meticolosa attenzione. Le figure sono scolpite con una potenza espressiva che lascia senza fiato, e il drappeggio è reso con una delicatezza e una fluidità che sembrano sfidare la durezza del materiale.

Ma la Pietà Bandini non è solo un capolavoro di tecnica scultorea. È anche un'opera profondamente spirituale, che riflette le meditazioni di Michelangelo sulla morte, il dolore e la redenzione.

Nella figura della Vergine Maria, afflitta e rassegnata, Michelangelo rivide il suo dolore e la sua sofferenza. E nel corpo senza vita di Gesù giaceva la sua disillusione verso il mondo e verso gli uomini.

Una sfida per il maestro

Come spesso accade nelle opere di Michelangelo, la scelta del marmo non era casuale. Egli selezionava con estrema cura i materiali con cui lavorare, ricercando pietre che non fossero solo esteticamente pregiate, ma che avessero anche caratteristiche tecniche che gli permettessero di realizzare la sua visione artistica.

In questo caso, la sua scelta è ricaduta sul marmo di Seravezza. Si tratta di un marmo bianco estratto dalle Alpi Apuane, in Toscana, noto per la sua compattezza e durezza. Proprio queste caratteristiche lo rendevano ideale per la realizzazione di un'opera monumentale come la Pietà Bandini.

michelangelo pietà bandini
Michelangelo Pietà Bandini (Pietà fiorentina) – La Deposizione

Tuttavia, la durezza del marmo di Seravezza rappresentò anche una sfida per Michelangelo. Lavorare con questo materiale richiedeva una notevole forza fisica e una padronanza tecnica impeccabile. Michelangelo, già avanti negli anni, dovette affrontare molte difficoltà per addomesticare questa pietra ostinata.

Ma la sua tenacia e la sua abilità vinsero sulla durezza del marmo. Con pazienza e maestria, Michelangelo riuscì a scolpire la Pietà Bandini, creando un capolavoro che ancora oggi ci stupisce per la sua bellezza e perfezione.

La scelta del marmo di Seravezza non solo conferisce alla Pietà Bandini una bellezza austera e solenne, ma contribuisce anche a trasmettere un senso di forza e resistenza. Proprio come il marmo che la compone, la scultura di Michelangelo sembra sfidare il tempo e l'usura, destinata a rimanere intatta per i secoli a venire.

L'uso di questo marmo duro e compatto simboleggia anche la durezza del dolore che Michelangelo provò per la morte del fratello Buonarroto. Un dolore che, come il marmo, fu profondo e penetrante, ma che non gli spezzò mai l'animo.

Fu proprio dalla sofferenza e dal dolore che Michelangelo trasse la forza per creare un'opera d'arte immortale.

La Pietà Bandini è una testimonianza indelebile della sua capacità di trasformare la tragedia in bellezza, la sofferenza in arte.

La scelta del marmo di Seravezza, quindi, non è stata solo una decisione estetica, ma anche una scelta simbolica che contribuisce a renderla ancora più ricca di significato e valore.

Un autoritratto velato –Michelangelo Pietà Bandini

Oltre alla sua straordinaria bellezza e al suo profondo significato religioso, la scultura nasconde un segreto affascinante: la presenza di un autoritratto dello stesso Michelangelo.

Nelle pieghe del mantello di Nicodemo, la figura che sorregge il corpo di Cristo sul lato sinistro, possiamo vedere un volto che somiglia sorprendentemente a quello di Michelangelo.

Si tratta di un autoritratto velato, un espediente artistico che il maestro usava spesso nelle sue opere. In questo caso, la scelta di ritrarsi come Nicodemo, personaggio biblico associato alla morte e alla sepoltura, non è casuale.

Michelangelo Pietà Bandini (Pietà fiorentina) – La Deposizione video

Michelangelo, ormai avanti negli anni e consapevole della propria mortalità, stava riflettendo sulla propria fine. La Pietà divenne così non solo un omaggio al fratello defunto, ma anche una meditazione sulla morte e sulla fragilità della vita.

Rappresentare se stesso come Nicodemo era un modo per Michelangelo di confrontarsi con la propria mortalità e accettare la sua inevitabile fine. Ma allo stesso tempo, questo autoritratto velato rappresenta anche il suo desiderio di lasciare un segno indelebile nel mondo attraverso la sua arte.

La presenza di questo autoritratto segreto conferisce all'opera un ulteriore livello di profondità e significato. Non è solo un'opera d'arte sacra, ma anche una riflessione intima e personale di Michelangelo sulla vita, la morte e il significato dell'esistenza.

Michelangelo pietà bandini Un'opera destinata all'eternità

Michelangelo iniziò a scolpire la Pietà Bandini con l'intenzione di usarla per la sua tomba. Voleva che questa scultura monumentale, piena di pathos e spiritualità, fosse il suo capolavoro finale e la sua eredità artistica al mondo.

Michelangelo la immaginò collocata nella basilica di Santa Maria Maggiore a Roma, dove aveva già acquistato un terreno per la sua sepoltura. La scultura avrebbe dovuto essere inserita in un grandioso complesso architettonico, progettato dall'artista stesso, che avrebbe dovuto celebrare la sua memoria e la sua grandezza.

Anche se la tomba di Michelangelo a Santa Maria Maggiore non fu mai costruita, l'acquisto di questo terreno e lo sviluppo del progetto dimostrano l'importanza che attribuiva alla sua tomba. Voleva lasciare un'eredità duratura non solo attraverso la sua arte, ma anche attraverso la sua tomba.

L'ira di Michelangelo e la mutilazione della Pietà Bandini

Un episodio drammatico segnò la realizzazione della statua: la parziale distruzione della scultura da parte dello stesso Michelangelo.

Vasari, nel suo “Vite de' più eccellenti pittori, scultori e architetti“, racconta che un giorno, in un momento di sconforto e rabbia, Michelangelo attaccò la Pietà 

con un martello, danneggiando le braccia di Cristo e della Vergine.

Le ragioni di questo gesto estremo non sono del tutto chiare. Secondo alcune ipotesi, Michelangelo fu colto da un impeto di rabbia dovuto all'insoddisfazione per il suo lavoro. Il marmo di Seravezza, notoriamente duro e compatto, potrebbe avergli creato notevoli difficoltà, alimentando la sua frustrazione.

Altri studiosi, tuttavia, ipotizzano che la rabbia di Michelangelo fosse dovuta a ragioni più profonde. La morte del fratello Buonarroto, avvenuta nel 1556, lo aveva profondamente rattristato e la scultura, destinata alla sua tomba, potrebbe aver risvegliato ricordi dolorosi.

Qualunque sia la causa, la mutilazione rappresenta un evento drammatico nella vita di Michelangelo. Fu un atto di autodistruzione, che rifletteva il suo tormento interiore e la sua lotta con la propria mortalità.

Tuttavia, anche da questo tragico evento emerse la grandezza di Michelangelo. Non si arrese di fronte alla sua opera danneggiata, ma decise di riprenderla e darle una nuova forma.

Con pazienza e maestria, Michelangelo modificò la scultura, adattandola alla nuova situazione. Le braccia di Cristo e della Vergine furono rimodellate in una posa più raccolta e intima, conferendo all'opera un'atmosfera ancora più toccante e toccante.

Nonostante le mutilazioni, rimane un capolavoro assoluto di MichelangeloRappresenta una testimonianza indelebile del suo genio creativo, della sua profonda sensibilità e della sua capacità di trasformare il dolore in arte.

L'episodio della distruzione e della successiva rielaborazione ci offre un'ulteriore chiave di lettura di questa straordinaria opera. Ci consente di comprendere meglio la complessa personalità di Michelangelo, tormentata dal dubbio e dalla ricerca della perfezione, ma anche capace di risorgere dalle proprie ceneri e di creare opere d'arte immortali.

Michelangelo Pietà Bandini (Pietà fiorentina) – La Deposizione video

Ripercorrendo la storia della collocazione della Pietà Bandini di Michelangelo:

Il 18 febbraio 1564, giorno della morte di Michelangelo, la Pietà Bandini si trovava ancora nella sua casa romana, nello studio dell'artista. Non era ancora stata completata, e Michelangelo aveva continuato a lavorarci fino a pochi giorni prima della sua morte.

1545-1564: Michelangelo realizzò la Pietà Bandini nel suo studio a Roma, ma la lasciò incompiuta.

1566: Il nipote di Michelangelo, Leonardo Buonarroti, spostò la scultura a Firenze.

1566-1722: La Pietà Bandini rimane nello studio di Michelangelo a Firenze.

1722: La scultura viene spostata dalla sua sede temporanea nello studio di Michelangelo e collocata nella Basilica di Santa Maria del Fiore, dove rimase fino al 1933.

1933: La Pietà Bandini trova la sua collocazione definitiva all'interno della Museo dell'Opera del Duomo, situata sempre a Firenze, in La Tribuna di Michelangelo.

La Pietà Bandini ha avuto quindi una storia travagliata per quanto riguarda la sua collocazione, cambiando più volte collocazione nel corso dei secoli.

Attualmente questa inestimabile opera d'arte è conservata e ammirata dai visitatori di tutto il mondo presso il Museo dell'Opera del Duomo di Firenze.

Opera del Museo del Duomo:

  • Indirizzo: Piazza del Duomo 21, 50122 Firenze FI, Italia
  • Orari: aperto tutti i giorni dalle 9:00 alle 19:00 (ultimo ingresso 18:30). Chiuso il primo martedì del mese.
  • Biglietti: Intero 22€, Ridotto 17€ (gratuito per i residenti nel comune di Firenze e per i bambini sotto i 6 anni). Sono disponibili biglietti combinati per il Museo dell'Opera del Duomo e il Battistero di San Giovanni.

Basilica di Santa Maria del Fiore:

  • Orari di apertura: aperto tutti i giorni dalle 10.00 alle 17.00 (ultimo ingresso alle 16.45). Chiuso il martedì.
  • Biglietti: l'ingresso alla Basilica è gratuito, ma per salire sulla Cupola del Brunelleschi è necessario acquistare un biglietto.

Vi consiglio di prenotare i biglietti online in anticipo per evitare lunghe code all'ingresso.

Domande frequenti su Michelangelo pietà bandini

1. Dove si trova la Pietà?

La Pietà Bandini è attualmente esposta presso la Museo dell'Opera del Duomo di Firenze, nella Tribuna di Michelangelo.

2. Quando è stato creato Michelangelo pietà bandini?

Michelangelo lavorò alla Pietà Bandini tra il 1545 e il 1564, anno della sua morte. La scultura rimase incompiuta.

3. Chi era il destinatario della Pietà Bandini di Michelangelo?

Non si sa con certezza a chi fosse destinata la Pietà Bandini. Alcune ipotesi includono:

  • Un'opera commemorativa per la sua tomba: Michelangelo aveva acquistato un terreno nella Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma per la sua sepoltura, e la Pietà avrebbe potuto essere la scultura principale della sua tomba. Tuttavia, non ci sono prove a sostegno di questa teoria.
  • Un regalo per un amico o un mecenate: è anche possibile che Michelangelo intendesse donare la scultura a una persona cara o a un benefattore.
  • Un'opera puramente personale: potrebbe essere stata creata da Michelangelo per la sua riflessione personale e spirituale, senza avere in mente un destinatario specifico.

4. Perché la Pietà Bandini è incompiuta?

Le ragioni per cui Michelangelo lo lasciò incompiuto non sono del tutto chiare. Alcune ipotesi includono:

  • Malattia ed età avanzata di Michelangelo: Al momento della sua morte, Michelangelo aveva 89 anni e soffriva di diversi problemi di salute. È possibile che la sua cattiva salute gli abbia impedito di completare la scultura.
  • L'insoddisfazione di Michelangelo per l'opera: Michelangelo era un perfezionista noto per la sua instancabile ricerca della perfezione. È possibile che non ne fosse mai completamente soddisfatto e per questo motivo decise di lasciarla incompiuta.
  • Significato simbolico dell'incompletezza: l'incompletezza potrebbe avere anche un significato simbolico, riflettendo la natura umana imperfetta e l'eterna ricerca di redenzione.

5. Qual è il significato della Pietà Bandini?

Rappresenta la Vergine Maria che sorregge il corpo di Gesù Cristo dopo la sua crocifissione. La scultura è ricca di simbolismo e può essere interpretata in vari modi, tra cui:

  • Un'immagine di dolore e pietà: rappresenta il profondo dolore di Maria per la morte del figlio. La scultura evoca sentimenti di compassione ed empatia nell'osservatore.
  • Un simbolo di speranza e redenzione: nonostante il tema doloroso, l'opera offre anche un messaggio di speranza. Il corpo di Gesù non è completamente senza vita, suggerendo la possibilità della resurrezione.
  • Una riflessione sulla fede e la devozione: la Pietà può essere vista come una meditazione sulla fede cristiana e sulla devozione di Maria verso suo Figlio.
  • Un'esplorazione della natura umana: la scultura esplora temi universali come la sofferenza, la morte, l'amore e la perdita, che trovano riscontro in persone di tutte le fedi e culture.

6. Qual è l'importanza della Pietà Bandini?

La Pietà Bandini è considerata una delle opere d'arte più importanti e significative del Rinascimento. È un capolavoro di scultura che incarna il genio di Michelangelo e la sua profonda comprensione della natura umana e della fede cristiana.

7. Quali sono le caratteristiche stilistiche della Pietà Bandini di Michelangelo?

La Pietà Bandini presenta i caratteri tipici dello stile di Michelangelo, tra cui:

  • Straordinario realismo anatomico: le figure di Maria e Gesù sono rappresentate con eccezionale precisione anatomica, riflettendo la profonda conoscenza del corpo umano da parte di Michelangelo.
  • Uso espressivo di linee e forme: linee fluide e forme scultoree creano un senso di movimento e tensione emotiva.
  • Attenzione ai dettagli: Michelangelo curò ogni particolare della scultura, dalle pieghe del mantello di Maria alle singole spine della corona di Cristo.
  • Un uso magistrale del marmo: Michelangelo era un maestro nell'uso del marmo e la Pietà ne è un esempio eccezionale.

8. Perché si chiama Pietà Bandini?

Prende il nome da Francesco Bandini, un mercante senese che acquistò la scultura nel 1646 dalla famiglia Buonarroti. Bandini la tenne nella sua collezione privata fino alla sua morte nel 1681. Successivamente, la scultura passò attraverso varie mani fino a quando non fu acquisita dal governo italiano nel 1933 e collocata nel Museo dell'Opera del Duomo a Firenze, dove si trova ancora oggi.

9. Quante Pietà ha realizzato Michelangelo?

Michelangelo realizzò cinque Pietà durante la sua vita:

  1. Pietà vaticana (1498-1500): La più celebre delle Pietà di Michelangelo, conservata nella Basilica di San Pietro in Vaticano.
  2. Pietà di Palestrina (1550-1561): Conservato nella Galleria dell'Accademia a Firenze.
  3. Pietà Rondanini (1564-1565): Opera incompiuta conservata nel Castello Sforzesco di Milano.
  4. Pietà Bandini (1545-1564): Incompiuto, conservato nel Museo dell'Opera del Duomo di Firenze.
  5. Pietà di Pietà (1564): Opera perduta, nota solo attraverso copie e disegni.

La Pietà Bandini è quindi la quarta Pietà realizzata da Michelangelo.

10. Quali sono le differenze tra le diverse Pietà di Michelangelo?

Le cinque Pietà di Michelangelo presentano alcune differenze significative, sia dal punto di vista stilistico che iconografico. Ad esempio:

  • La Pietà vaticana è una scultura più monumentale e realistica, con figure più grandi e maggiore attenzione ai dettagli anatomici.
  • La Pietà di Palestrina è caratterizzata da maggiore espressività e pathos, con Maria che abbraccia strettamente il corpo di Cristo in un gesto di dolore e pietà.
  • La Pietà Rondanini è un'opera incompiuta e astratta, con figure ridotte a forme essenziali e una maggiore enfasi sulla spiritualità e la trascendenza.
  • La Pietà Bandini presenta una composizione più equilibrata e serena, con Maria e Gesù disposti in diagonale e un senso di pace che emerge dal dolore.

Nonostante le differenze, tutte le Pietà di Michelangelo condividono alcuni elementi comuni, come la profonda emozione, la padronanza tecnica e la riflessione sulla fede e sul mistero della morte.

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